Federico Riva ancora record: miglio in 3:48.11
Continuano a cadere i record nel mezzofondo e Federico Riva fa il bis. Per la seconda volta in questa stagione l’azzurro riscrive il primato italiano del miglio con 3:48.11 a Berlino, abbassando di oltre un secondo e mezzo il suo 3:49.72 del 12 giugno a Oslo. Era durato 33 anni il precedente limite sulla distanza dei 1609,34 metri, lo storico 3:51.96 di Gennaro Di Napoli datato 1992, ma si è dovuto attendere molto meno per il nuovo progresso del romano, in crescita costante. Sulla pista dell’Olympiastadion chiude al secondo posto nel tradizionale meeting Istaf, tappa Silver del Continental Tour, alle spalle soltanto del norvegese bronzo iridato Narve Gilje Nordas (3:47.68) ma davanti al tedesco Robert Farken, a sua volta al record nazionale di 3:48.83. Una gara corsa con determinazione e lucidità dal 24enne delle Fiamme Gialle, recuperando un paio di posizioni nell’ultimo giro, per un’altra perla di una stagione ricca di miglioramenti dopo essere già sceso a 3:31.42 nei 1500 al Golden Gala di Roma (secondo azzurro di ogni epoca) e in cui ha firmato il personale negli 800 con 1:44.80 a Rovereto. Notevole anche il crono di Joao Bussotti: il toscano dell’Esercito è settimo al traguardo in 3:50.67 e diventa il secondo italiano di ogni epoca, a ribadire il salto di qualità compiuto di recente sui 1500 con 3:33.08 a Dessau, sempre in Germania, poco più di un mese fa. Passaggi ufficiali ai 1500 per i due azzurri: Riva 3:33.31, Bussotti 3:34.56.
“Molto contento per come ho corso - le parole di Federico Riva - perché nelle ultime gare non ero riuscito a esprimermi al meglio dal punto di vista tattico. Volevo stare più avanti, per non subire strappi nel ritmo, ed è andata così. Nel finale ho anche provato a vincere cercando di rimanere sulle tracce di Nordas ma mi sono preso comunque la soddisfazione di mettermi dietro Farken, che mi aveva preceduto nelle ultime occasioni, e anche altri avversari di spessore. È la prima volta che corro a Berlino, in un’atmosfera pazzesca, nello stadio dove la Nazionale di calcio ha trionfato nel 2006”, racconta il recordman italiano, tifoso romanista. “Mi piace frequentare questa atletica, a questo livello. Il miglioramento significa che sto lavorando bene e l’appuntamento è per il prossimo weekend agli Assoluti di Caorle dove sarò al via nei 1500 metri, poi proseguirò la preparazione a St. Moritz nel cammino verso i Mondiali di settembre a Tokyo”.
Tra i risultati del meeting, sui 2000 siepi nona Eleonora Curtabbi (Fiamme Gialle, 6:30.02) alla prima uscita stagionale sulle barriere e decima Gaia Colli (Carabinieri, 6:39.49). Nel lungo la tedesca campionessa europea e argento olimpico Malaika Mihambo vince senza strafare con 6,73 (+1.4) una settimana dopo il successo di Londra nel duello con Larissa Iapichino, mentre nel giavellotto 84,03 di Julian Weber e sui 100 metri il giamaicano Ackeem Blake domina in 10.05 con vento nullo.
Eugene '25, il secondo più grande meeting della storia! Lo dicono i numeri
EUGENE – L’esplosiva nona tappa della Diamond League cui abbiamo assistito ieri sera da Eugene, Oregon, il leggendario PreClassic, è stato ritenuto il più grande meeting della storia, secondo l’unico metodo utilizzabile, ovvero il ranking di World Athletics. Bè, con due record del mondo e un’infinità di altri risultati scioccanti, ci si poteva anche credere. Ed è così che la realtà editoriale più famosa al mondo, probabilmente, Citius Mag, ha sparato che il meeting di ieri sera è stato l’evento con più punti ranking della storia dell’atletica. Sbagliato.
Tutto quello che si è visto all’Hayward Field ha contribuito a portare il meeting di ieri sera alla cifra mostruosa di 98.121 punti, quale somma tra i punteggi “netti” degli atleti, ben 89.601 punti (record nel record), la qualità dei partecipanti (8280 punti, altro record) e bonus dei due record del mondo (250 punti). Ma in realtà c’è stato un meeting nettamente migliore, ed è stato quello che si è tenuto sempre ad Eugene, nel 2023, quando si ottennero addirittura 1000 punti in più, ovvero 99.156 punti!
In quell’occasione, ci fu la vittoria di Benjamin su Warholm sui 400hs (46.39 a 46.53), i 3000 di Yomif Kejelcha con il suo 7.23.64, Jakob Ingebrigtsen che correva il miglio in 3.43.73, i record del mondo di Gudaf Tsegay sui 5000 (14.00.21) e di Armand Duplantis nell’asta con 6.23, 3 donne sotto i 9 nelle siepi, 4 sotto i 10″80 nei 100 vinti da Shaericka Jackson in 10.70 e i 4 sotto i 9″88 nei 100 uomini. E ancora, Parchment 12.93 sui 110hs, ancora la Jackson 21.57 sui 200… insomma, un meeting clamoroso.