ALLENIAMOCI
Alleniamoci
con.....
Daniele Lanzarone
Il percorso
si svolge quasi interamente nel Parco della Caffarella,in pratica
l’estremo più occidentale del più grande Parco dell’Appia Antica.La
porzione del Parco interessata è la destra,per capirci dalla parte
dell’Appia Antica,dell’Appia Pignatelli e del Vicolo S.Urbano.
Partendo
dalla Chiesa del “Domine Quo Vadis?” si percorrono circa 150 metri
di lievissima salita sugli “olimpici” sanpietrini dell’Appia Antica
tenendosi sulla sinistra e si entra subito nel Parco,imboccando il
Vicolo della Caffarella.Si prosegue a questo punto in piano su
asfalto tra le ville lungo il vicolo per circa 400 metri,fino ad
imboccare il Parco vero e proprio,delimitato dala cancellata,dove il
largo sentiero propone il primo strappetto,con una salitella
discreta di circa 250 metri,dopo la quale ci attende una lieve
discesa per recuperare,in attesa del lungo falsopiano in salita che
ha inizio nei pressi del vecchio Mulino e che termina nei pressi del
Ponticello sul Torrente Almone.Ci si tiene sempre sul sentiero di
destra che prosegue con un’altra breve salita di circa 250 metri,per
poi proseguire per un tratto nel boschetto che ci conduce sui
pratoni nei pressi dei Resti Romani e della “Ninfa Egeria” non
appena si supera il ponticello al centro del pratone.A questo punto
è meglio prepararsi alla parte più dura del percorso,poiché ci
attendono 500 metri abbondanti di salita piuttosto seria;dopo il
ponticello infatti si affronta una dolce pendio di circa 60 metri e
tenendosi sulla destra si prende una ripida salita di circa 30 metri
che ci conduce ad un tratto di piano di circa 200 metri dove si
recuperano un po’ le energie.A questo punto si volta a destra e si
attacca la dura salita che ci condurrà in cima al pratone della zona
S.Urbano,scollinando al vecchio rudere.Siamo a 3 km di percorso,e si
può ora rifiatare affrontando il lieve saliscendi del circuito in
zona S.Urbano,che risulta di poco più di 1 km partendo dal rudere
prima citato e seguendo il sentiero che attraversa il prato vicino
all’Appia Pignatelli,si accosta alla fontanella del Vicolo S.Urbano,piega
a destra riattraversando in leggera discesa il pratone e si conclude
con uno strappetto di 150 metri che riporta al rudere.Per aumentare
il chilometraggio consiglio di svolgere questo circuito 4 – 6 volte,poiche
come vi accorgerete è gradevole e piuttosto allenante.A questo punto
è ora di tornare,alla fine dell’ultimo giro,una ventina di metri
prima del rudere,si imbocca un sentiero in discesa sulla
sinistra,che ci conduce nei pressi della Ninfa Egeria;alla fine
della discesa si volta a sinistra,200 metri in piano e poi si
affronta una breve discesa che ci conduce presso i ruderi recintati
della Ninfa.Si prosegue sul sentiero principale e si riprende poi la
via del ritorno avendo come riferimento l’attacco dello strappetto
in salita di 30 metri affrontato all’andata.Dal vecchio rudere del
circuito prima descritto dove inizia per così dire il “ritorno”
all’uscita dal Parco nei pressi del Domine Quo Vadis? sono 3,4 km…ed
ora un po’ di stretching e poi una bella doccia!
Il percorso
appena descritto,con un chilometraggio standard di 10 km abbondanti
considerando 4 giri di circuito in zona S.Urbano,è consigliabile a
podisti allenati,sia per la quantità che per la qualità del
sentiero,che propone dei tratti in salita si non lunghi ma che
possono senz’altro dare problemi a chi non avesse la gamba pronta.Personalmente
ritengo più dura la parte di percorso all’andata,proprio per via di
queste continue salitelle.I lavori che si possono svolgere con
questo percorso sono senz’altro un buon medio collinare,un fartlek a
riferimenti metrici prestabiliti o a sensazione,un medio con spinte
aumentare in salita,un medio con andature nei giri del circuito,un
crescendo con ritorno più spinto,ricordando che dal km 8 al 9 siamo
in costante salita,non durissima,ma sempre salita,e tutti quei
lavori che i podisti reputino poi adatti al tracciato ed alle loro
caratteristiche e necessità personali.Riferendomi a podisti
mediamente allenati,l’intero tracciato può essere svolto senza
troppe difficoltà in 45’ - 47’,se si vuole spingere si può scendere
sui 41’ – 43’ sfruttando le zone pianeggianti ed i giri di
circuito,ma vedrete che non è poi così facile e che la fatica si
farà sentire parecchio intorno al 9° km.
Ovviamente
il parco offre parecchie alternative che potrete via via scoprire,in
modo da poter rendere più duro o più morbido il vostro
allenamento,nonché riducendo o aumentando il chilometraggio.
Ultima nota
di carattere ambientale e climatico:la Caffarella è un parco
“nuovo”,recuperato ed attrezzato da pochi anni,ed offre poche zone
di ombra,laddove la boscaglia più anziana ha resistito.Per il resto
la vegetazione non riesce a coprire con la sua ombra i sentieri o
perché lontana da questi o perché ancora troppo bassa;in compenso
però nella zona del circuito,più elevata,la brezza pomeridiana
rinfresca e da sollievo.D’estate dunque non è il caso di
avventurarsi dopo le 09.30 o prima delle 18.30,a meno che non ci si
stia preparando per gare in situazioni di caldo intenso.
In inverno le ore migliori sono quelle a cavallo del pranzo o del
primo pomeriggio.In giornate particolarmente fredde il terreno
gela,ed è meglio allenarsi al mattino prima che il ghiaccio fonda e
trasformi tutto in una poltiglia fangosa e scivolosa,provare per
credere.
Riferimenti chilometrici per percorso standard di 10,4 km:
Partenza:
Domine Quo Vadis?
Km 1: il cancello sulla sinistra al metà
discesa dopo lo strappetto di inizio parco.
Km 2: lo
scollinamento su tratto in piano prima del boschetto e della
cascatella.
Km 3: il
vecchio rudere all’inizio del circuito dopo la dura salita.
Km 4: primo giro di circuito.
Km 5:
secondo giro di circuito.
Km 6: terzo giro di circuito.
Km 7:
quarto giro di circuito,inizia il ritorno.
Km 8:
all’uscita del boschetto e della cascatella.
Km 9: poco
prima della salita in asfalto che conduce poi all’uscita della
cancellata.
Km 10: nel
Vicolo della Caffarella,l’ultimo cancello sulla destra prima della
curva.
Km 10,400:Domine
Quo Vadis?
Buon running a tutti da Daniele
Lanzarone
Scrivete a Roberto
Tognalini
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