Spesso, durante i
vari gesti atletici, si tende a ripetere in maniera regolare una
sollecitazione alle strutture di maggior carico, determinando delle
lesioni a livello osseo che vengono chiamate “ fratture da stress”..
L’origine di questa tipologia di fratture è sicuramente
microtraumatica, e le aree coinvolte sono molto piccole, ma comunque
molto dolorose.
Per capire meglio
l’eziopatogenesi di questi infortuni occorre fare un cenno alla
normale fisiologia del tessuto osseo: l'osso non è un tessuto
“inerte”, bensì un tessuto vivo che ha un metabolismo attivo e
veloce, che va incontro a ripetuti rimodellamenti strutturali in
base agli stimoli meccanici a cui viene sottoposto. Possiamo
immaginare che all’interno dell’osso esistono cellule che lo
demoliscono (chiamate osteoclasti), ed altre che lo ricostruiscono
(osteoblasti):
L’alternarsi di
questi tipi di cellule determina un rimodellamento della matrice
minerale che si mantiene in equilibrio, con due scopi:
- Riadattare
l’osso al tipo di sollecitazioni a cui è sottoposto
- Mantenere
costante il livello di calcio nel sangue
Durante la corsa
o la maratona assistiamo ad un continuo crearsi di microtraumi e
conseguenti microlesioni, che vengono fisiologicamente riparate
durante il riposo. Quando l’allenamento supera la capacità dell’osso
di riparare le microlesioni, queste finiscono per diventare delle
vere fratture, che prendono il nome di “fratture da stress”.
In base a quanto
visto precedentemente possiamo trovare fratture da stress nei
lanciatori e nei giocatori di baseball nel gomito. Lo sport più
colpito è però il podismo, e la sede più interessata il piede.
Nell’ambito del
piede,troviamo:
Frattura del II
metatarso: tipiche in caso di piede greco (con il secondo raggio più
lungo)
Frattura
dell’apofisi calcaneare
Frattura dello
scafoide
Frattura della
base del V metatarso: più frequenti in caso di piede supinato, con
sovraccarico della parte esterna
Possiamo
suddividere il tipo di frattura e gravità in fasi:
Al verificarsi di
una frattura da stress, inizialmente (fase del sovraccarico) il
dolore è presente solo durante lo sforzo e tende a scomparire
durante il riposo: se sei in questa fase basterà un periodo di
riposo sportivo di 2-3 settimane per guarire completamente.
Il problema degli
atleti e della loro complessità (soprattutto psicologica, in quanto
si tende sempre a "stringere i denti" e completare l'allenamento), è
che non si rivolgono al medico subito, e la lesione può evolvere in
una frattura completa, richiedendo un trattamento più impegnativo
(come per qualsiasi frattura) e comportando il rischio di
complicanze come recidive o nei casi gravi la non guarigione (pseudoartrosi).
La diagnosi è
davvero molto difficile: le radiografie sono spesso negative;Se si
sospetta una frattura da stress si usa ripetere una seconda
radiografia a distanza di 8-10 giorni dalla prima: Di solito questa
permetterà di apprezzare il callo osseo intorno alle lesione. Si può
integrare la risonanza magnetica, ma anche la TAC e la scintigrafia.
Trattamento riabilitativo: Per questo tipo di fratture può aiutare
molto la riabilitazione,
e il suo impatto sul recupero risulta essere importantissimo in
quanto riduce i tempi di inattività, riduce il dolore, e soprattutto
evita le complicanze come appunto la pseudoartrosi.
Per
aiutare la guarigione della frattura è fondamentale usare un
macchinario molto comodo da applicare chiamato Magnetoterapia a
Campi magnetici pulsati (cemp). Tale dispositivo non va scambiato
con la normale magnetoterapia, e va applicato sulla zona per almeno
8 ore consecutive al giorno per un periodo non inferiore alle 3
settimane. Per cui se ne consiglia l'uso durante la notte e quindi a
domicilio. Inoltre per ridurre il dolore e accelerare il processo
riparativo si usano ripetere sedute di Onde d'urto, e Tecar.
La guarigione
della frattura viene certificata esclusivamente dall'esame
strumentale finale, in quanto la scomparsa del dolore dopo magari 2
settimane non deve trarre in inganno, e spesso è la causa delle
ricadute, sempre molto difficili da trattare.
David Di Segni Fisioterapista-Posturologo
Mdm Fisioterapia - Roma
Piazza Costaguti 13
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